Ufficio in centro? No grazie. Se anni fa avere la sede della propria attività professionale nel cuore della città era considerato un must, negli ultimi anni questa tendenza è andata sempre via via diminuendo fino a far registrare una vera e propria “fuga” dal centro, eccezion fatto per alcune categorie, come per esempio avvocati e notai, per i quali la vicinanza con le aule dei tribunali e con sedi di istituzioni rappresenta ancora un “valore aggiunto”. Quali le ragioni di questa fuga? Diverse: a cominciare dal fatto che gli uffici in centro sono, nella stragrande maggioranza dei casi, degli appartamenti “adattati” a ufficio, per proseguire col fatto che essere in centro significa anche traffico, assenza di parcheggi, difficoltà a raggiungere autostrade e aeroporto…. “C’era una volta la casa “trasformata” in ufficio, oggi c’è meno e in un futuro prossimo sarà con ogni probabilità ancora più rara, lasciando invece spazio a edifici pensati e realizzati non per essere utilizzati indifferentemente per uso residenziale o professionale, ma esclusivamente per ospitare attività lavorative”, aveva confermato profeticamente, pochi anni fa, in un’intervista Case & Terreni, osservatorio immobiliare di Bergamo e provincia realizzato da Appe Confedilizia ed Eco di Bergamo, Antongiulio Lascari, agente immobiliare specializzato nella compravendita e nella locazione di uffici e immobili commerciali, uno dei principali esperti in questo settore.
L’appartamento “adattato” a ufficio presenta troppi inconvenienti
“Profezia” puntualmente avveratasi. “L’ufficio ideale oggi è perfettamente riassunto in quelli pochi concetti anticipati anni fa”, conferma a distanza di tempo Antongiulio Lascari, “con l’aggiunta di una voce che, col passare degli anni e il peggiorare della crisi economica, ha assunto sempre più valore: ovvero la possibilità che un solo ambiente consenta di accentrare, in un’unica sede, più uffici, con l’obiettivo di ottimizzare i servizi e razionalizzare gli spazi, ma anche i costi, voce quest’ultima salita prepotentemente alla ribalta delle priorità”.
Razionalizzare spazi e costi per risparmiare non significa tagliare la qualità
Ma se la parola d’ordine è dunque “razionalizzare spazi e costi”, questo non significa che debba andare a scapito della qualità dell’ufficio, soprattutto sotto l’aspetto tecnologico: “Premesso che uno dei criteri principali per la scelta è la buona disposizione degli spazi, determinante, ai fini della scelta dell’ufficio, risulta la qualità dell’impiantistica, compresa quella relativa al caldo-freddo, in grado anche di risparmiare energia, un ottimo cablaggio, con la presenza di pavimenti galleggianti sotto i quali far scorrere le reti dei computer. Uffici tecnologicamente avanzati e architettonicamente innovativi, posizionati nelle vicinanze di importanti reti stradali e autostradali, ferrovie o metrò, a fermate di mezzi pubblici, parcheggi. E, possibilmente, in prossimità di aree di servizio comuni come bar, mensa”.
Ufficio “adattato” (ovvero ricavato in un ex appartamento,comunque dignitoso), senza posteggio, senza cablaggi per la rete dei computer e senza impianto di condizionamento d’aria (roba che in queste giornate torride c’è da scioglersi e da vergognarsi a ospitare clienti, un autentico forno d’estate). Di quanto dovrebbe scendere, in percentuale, il valore del canone di locazione rispetto ai valori dati dagli “osservatori” immobiliari? Grazie